Un'iniziativa che condivido

Questo blog è, per questa sezione, "gemellato" con il blog: http//sosmammo.blogspot.com di Cristiano Camera. Pertanto sugli argomenti della sezione "In - dipendenza" tutti i commenti che verrano postati saranno reindirizzati anche sul suo blog. E' sembrata una buona idea per aumentare la discussione e fare circolare le idee.

martedì 19 gennaio 2010

Ancora sull' in - dipendenza


Prima di entrare più nello specifico delle tematiche di addiction parlando dei singoli comportamenti legati all’abuso di una sostanza o l’altra, credo che una riflessione vada fatta rispetto ai comportamenti del nostro vivere quotidiano.


La società in cui viviamo è una società in cui i criteri della performance e della produttività vincolano e veicolano molte delle nostre scelte quotidiane. A titolo esemplificativo proviamo a pensare alle pubblicità dei farmaci da banco: “ influenza - due cene saltate, la partita di tennis saltata, la riunione con il capo saltata .. : prendi la pastiglia e i sintomi spariscono”. Così come la pubblicità di un farmaco contro i dolori mestruali che fa la parodia del fil Matrix e alla pastiglietta “rosa” che magicamente “risolve” il problema. Ho utilizzato l’esempio del farmaco perché, secondo me, rende perfettamente l’idea di ciò che sto cercando di dimostrare. Siamo abituati (chi più chi meno, ma il fenomeno ci coinvolge un po’ tutti) a vivere come impedimento il più piccolo fastidio e, di conseguenza, ad allontanarlo da noi cercando di annullarlo. Con questo non voglio dire che sia meglio soffrire stoicamente, ma vorrei che quando allunghiamo la mano verso il blister di questo o quel farmaco lo facessimo con la consapevolezza di chi compie una scelta.

Questa capacità di discernere dovrebbe accompagnarci continuamente nella cosiddetta “vita reale” e ovviamente non mi riferisco solo all’uso dei farmaci: quando andiamo in macchina e superiamo i limiti di velocità o non allacciamo la cintura o, ancora, portiamo i bambini non sul seggiolino, oppure quando compriamo molti gratta e vinci con la determinazione che la fortuna “deve” girare, o quando andiamo a cena fuori e non decidiamo che uno debba essere il guidatore designato e quindi non deve bere.

La riflessione che sto cercando di portare è che quando si parla di comportamenti di addiction si pensa sempre ai giovani, ai figli relegando il problema al di fuori di noi, come se noi ne fossimo immuni. Nella realtà siamo proprio noi, la generazione degli adulti consapevoli, che implicitamente sdoganiamo, con i nostri comportamenti “banali” e “quotidiani” il concetto che le regole sono fatte per gli imbranati e per i deboli.

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