Un'iniziativa che condivido

Questo blog è, per questa sezione, "gemellato" con il blog: http//sosmammo.blogspot.com di Cristiano Camera. Pertanto sugli argomenti della sezione "In - dipendenza" tutti i commenti che verrano postati saranno reindirizzati anche sul suo blog. E' sembrata una buona idea per aumentare la discussione e fare circolare le idee.

sabato 14 novembre 2009

Crisi, conflitto, famiglia

“Crisi” uno dei vocaboli maggiormente abusati in questi ultimi anni, mesi, giorni. Sono anni che sentiamo parlare di “crisi dei Balcani” o di “crisi del Medio Oriente”, oppure sentiamo dire che la finanzia mondiale è in crisi o che c’è una “crisi energetica”. Ultimamente i giornali titolano sulla crisi economica e del lavoro, ma si sente anche spesso dire che “c’è crisi di valori”, oppure che “quella famiglia” o “quella coppia” sono in crisi… Insomma pare che la nostra intera società sia governata dalla crisi, una crisi generale che va dagli aspetti più legati all’organizzazione della società stessa a quelli che riguardano più da vicino i singoli individui.
Se prendiamo la parola “crisi” e ne andiamo a vedere l’origine scopriamo che deriva dal latino “Krinò” che significa separo. Possiamo quindi dire che la crisi è separazione, nel senso del momento di separazione da uno stato ad un altro. Personalmente non ho mai assistito a separazioni (di qualunque genere o natura) al cui interno non vi fosse conflitto. Riprendendo l’inizio del nostro discorso proviamo quindi a sostituire il termine conflitto alle varie accezioni di “crisi” che abbiamo descritto. Per quanto riguarda la crisi dei Balcani o del Medio Oriente è piuttosto evidente che il conflitto risiede nelle contrapposizione di popoli per la difesa/conquista di un territorio, di risorse, di potere ecc. Continuiamo questa specie di gioco di parole e applichiamo il concetto di crisi alle risorse energetiche, anche qui ci troviamo di fronte ad un conflitto tra le esigenze di avanzamento di tecnologie, stili di vita ai quali ci siamo abituati ecc. e risorse di un pianeta, o anche volontà di sfruttamento di queste risorse da un numero sempre maggiore di popoli. Si potrebbe andare avanti e applicare lo stesso gioco a tutte le crisi di cui abbiamo parlato. Sarebbe però un gioco alquanto sterile, in quanto parlare di massimi sistemi è un buon modo di chiamarsi fuori potendo dire “certo non sono in grado di risolvere problemi così grandi”. Diverso è il discorso se procediamo con la sostituzione in questioni più calate nel nostro quotidiano, dentro quei conflitti che ci riguardano da vicino in quanto membri di una coppia, genitori o figli.
In quanto contendenti in un conflitto siamo direttamente chiamati ad utilizzare strategie volte al superamento del conflitto stesso e che, non necessariamente, deve risolversi con un vincitore e un vinto, o con la totale supremazia delle ragioni dell’uno sull’altro.
Proprio come accade per le situazioni ai livelli più alti società, in questi casi sarebbe bene trovare un “terzo”, al di fuori del nostro conflitto in grado di proporre soluzioni “negoziali”, che tengano conto delle esigenze di tutti gli attori, che siano il frutto del miglior compromesso possibile.

4 commenti:

Cristiano Camera ha detto...

Sono convinto che qualsiasi crisi sia positiva, anche nell'accezione 'conflittuale' del termine. Quando la crisi irrompe, infatti, si fa luce su alcuni problemi già presenti, in potenza, nelle situazioni di stasi o di calma apparenti. E, a partire dalla crisi e grazie a essa, questi problemi vengono alla luce e possono essere affrontati e risolti. Evidentemente non si trattava di situazioni felici, idilliache, serene, ma semplicemente di situazioni in cui i problemi erano latenti, pronti a scoppiare e a manifestarsi. Con la crisi, appunto.
La mediazione del terzo è fondamentale. Tuttavia questo terzo non dovrebbe essere sempre un terzo esterno e 'super partes', estraneo. Questo terzo dovrebbe svilupparsi dai due contendenti, con il ragionamento. Mi rendo conto che non sempre ciò è possibile e che lo è quando i due attori della crisi sono persone capaci di ragionare e soprattutto ragionevoli.
Ma il vero terzo non è altro che la ragione che emerge, grazie al conflitto e al ragionamento. Quindi il terzo che risolve la crisi è ciò che è sentito e capito dai due contendenti, è 'inter partes' o il 'cum partes'.
Si pensi alle tante paci, imposte da organismi di controllo internazionali 'terzi' e alla loro durata. Si pensi al riemergere, sempre, degli stessi problemi, nelle crisi risolte da altri. E si pensi invece a quei conflitti nati, affrontati e risolti all'interno delle famiglie, grazie alla ragione, alla volontà e, perchè no, grazie anche all'amore.
Ciao Lella, Cristiano

Lella ha detto...

Sono d'accordo, Cristiano, ma per la mia esperienza e soprattutto per come intendo la pratica profassionale dello psicologo consulente familiare, il terzo "cum partes" può coincidere con una figura esterna. Ciò a patto che tale terzo non si faccia tentare dal dispensare compiti e consigli, peraltro non richiesti, ma funzioni come ragione esterna basata sull'empatia delle ragioni dell'uno e dell'altro.
E' un po' come avere in maNo un cubo, la coppia vede alcune delle facce, e il terzo "cum partes" vede le facce in ombra e ne fornisce la propria visione contribuendo in questo modo ad avere una buona visione di insieme.
Devo dire che trovo molto stimolante la discussione!

Cristiano Camera ha detto...

Ciao Lella, se vuoi non pubblicare ciò che segue. Ti scrivo infatti solo per anunciarti che parlerò di 'crisi' nel prossimo post sul mio blog. A presto, Cristiano

Lella ha detto...

Bene, invito chi legge questo blog a leggere il tuo prossimo post. Il Blog di Cristiano lo trovate linkato tra "quelli che seguo". Potrebbe nascere un'interessante discussione!
Lella

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