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martedì 24 novembre 2009

Fiocco rosa o azzurro: l’arrivo di un figlio


Se i nostri Paolo e Francesca sono riusciti a superare indenni le avventure dell’inizio della loro convivenza, di nuove se ne presentano alla nascita di un figlio. Già perché raggiunto un equilibrio costruito a suon di compromessi, tutto trascorre sereno a tal punto che si inizia a pensare di passare da coppia a famiglia. Ecco che la nostra Francesca attende un bambino e ne dà, emozionata, comunicazione a Paolo, ed ecco che i nostri due amici varcano la soglia di una porta che li porterà in un regno incantato da cui però non potranno mai più uscire. Sì perché quando si decide di diventare genitori si compie una scelta irreversibile, che ci accompagnerà per il corso di tutta l'esistenza, qualunque siano le nostre decisioni o scelte future, al di là perfino della decisione di rimanere o meno insieme come coppia. Dopo nove mesi di gravidanza che, giusto per dovere di cronaca, non è una condizione “patologica” ma un evento naturale, nasce un essere meraviglioso “cucciolo di uomo”.
Il primo problema che si presenta è quello della riorganizzazione dei ruoli della coppia. Soprattutto all’inizio, il piccolo tende ad assorbire tutte le energie dei neogenitori, e la giornata risulta scandita dai suoi tempi, tanto che si ha l’impressione di “essere sempre in pista”. La frammentazione dei normali tempi della giornata porta la nostra copia ad avere la sensazione di non dormire mai, di essere sempre impegnata a nutrirlo, cambiarlo ecc. Riorganizzarsi su questi ritmi non è facile e il rischio più incombente è di perdere di vista le proprie esigenze e quelle dell’altro. A complicare il tutto in casa si aggira lo spettro della “gelosia” che in parte viene diretta sul nuovo arrivato, ma in buona misura coinvolge direttamente la coppia, i cui membri sono ora distratti da un terzo, per di più molto esigente, che cattura buona parte delle attenzioni disponibili. La gelosia, per sua natura, porta con sé, i sensi di colpa..( ad esempio “non sono un genitore adeguato perché vorrei che l’altro/a si occupasse di me!”)
Ancora una volta l’unico modo per sopravvivere come coppia risulta essere la comunicazione! Cercare di raccontare all’altro come ci si sente e cosa si prova è un buon viatico per risolvere un problema prima che assuma le caratteristiche di “freddezza”, “disinteresse”, “nervosismo” accuse di non presenza ecc.ecc. Diventa essenziale ritagliarsi dei piccoli spazi: basta anche mezz’ora, mentre il cucciolo dorme!

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